La storia

La Scuola dell’Infanzia di Ronago ha origini lontane: bisogna andare nell’immediato dopoguerra quando iniziò a funzionare l’Asilo Infantile, condotto da una signora del luogo, che era anche maestra, e situato in un vecchio edificio posto di fianco alla chiesa parrocchiale.

Negli anni ’50 la famiglia Ambrosoli costruì la parte vecchia dell’attuale fabbricato, che donò alla Parrocchia unitamente al terreno e la Scuola si trasferì in una sede più idonea. Si trattava, comunque, sempre dell’Asilo Infantile, dove i bambini venivano con il ‘cestino’, ma l’allora parroco Don Carlo Porlezza riuscì ad avere la presenza qualificata delle suore delle congregazione ‘Santa Maria di Loreto’ di Vercelli, iniziando così quel ‘salto di qualità’ che ci ha portato all’attuale realtà.
Nel 1975, per volontà di Don Matteo Censi, cui successivamente fu intitolata la Scuola, l’Asilo si trasformò in ‘Scuola materna’ prendendo il nome di ‘Ente Scuola Materna di Ronago, nel cui Consiglio di Amministrazione, accanto alla Parrocchia, iniziarono ad entrare i genitori. Lo stabile fu ampliato e tutta la gestione venne riqualificata, in particolare con l’allestimento di una mensa scolastica completa.
Nonostante le innovazioni dal punto di vista organizzativo e didattico, la Scuola continuò a mantenere la propria identità cattolica cristiana e l’attenzione verso le situazioni di disagio e di bisogno.
Infine, nel 2003, ci fu l’ultima trasformazione, mediante la quale venne istituita l’Associazione Scuola dell’Infanzia ‘Arcobaleno’. Questo passaggio è stato voluto per dare alla Scuola i requisiti giuridici necessari a divenire una ‘scuola riconosciuta’ a livello regionale.
All’Associazione può aderire chiunque abbia a cuore la vita della Scuola dell’Infanzia di Ronago; per diventarne Soci è sufficiente versare l’annuale quota sociale di € 10,00. Dotandosi di un proprio capitale sociale è stato inoltre possibile sgravare gli amministratori dalle responsabilità oggettive.

La Scuola trae le sue risorse dalle ‘rette’ pagate dalle famiglie, dai contributi statali, regionali e comunali, dai proventi di diverse iniziative e dal lavoro gratuito di genitori ed amministratori.